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Ello, Rooms e l'elogio dell'anonimato

28/10/2014

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Lo chiamano l’anti-facebook, e non è poco. Essere indicati come chi si oppone a un colosso è già un riconoscimento. Ma chi è?  Si chiama Ello e pare sia la landa preferita, in questo periodo, per i migranti di Facebook.
Ma perché lasciare la via vecchia per la nuova? I motivi - tra cui non è contemplata l’antipatia per Mark Zuckerberg - sono esposti in maniera chiara e sintetica nel manifesto di Ello. Ecco cosa dice: il tuo social network è nelle mani della pubblicità. Ogni post che scrivi, every breath you take, è tracciato e convertito in dati. I dati vengono venduti alle aziende, così avrai sempre più annunci fatti su misura per te. Tu, io, insomma noi, siamo il prodotto che viene comprato e venduto. Ed ecco che arriva lui, simply, beautiful & ad-free. Loro, quelli di Ello, dicono di credere nella semplicità, nella bellezza e nel fatto che un social sia il luogo per connettersi, creare, celebrare, anziché usare e manipolare. Il logo, un cerchio nero con una mezza luna che noi tutti digitali, vediamo come una faccina che sorride, senza gli occhi, mantiene la promessa (e la premessa), di semplicità. La mancanza degli occhi, è in linea con l’anonimato, argomento centrale del social. 
Fondato da Paul Budnitz, (sì, potete trovarlo su fb), e da un gruppo di artisti e programmatori, come network privato, è stato reso pubblico la scorsa primavera. L’attenzione mediatica è stata convogliata su questo nuovo social, dal recente dibattito sull'antica politica di Facebook di imporre l’uso del vero nome, dibattito nato in California, ad opera di alcune drag queen, che pare si siano sentite vessate a dall’obbligo di dover usare il loro vero nome (ma sbaglio o anche cani e gatti senza nomi e cognomi, hanno un profilo fb?). Comunque una piccola migrazione fa presto a diventare valanga, se la pubblicità viene orchestrata a dovere. Ridendo sotto i baffi, Budnitz ha dichiarato:  «Sinceramente non prestiamo molta attenzione a cosa fanno Facebook e gli altri, stiamo solo costruendo con Ello il network che tutti vogliono, mentre Facebook e gli altri fanno l’opposto». Ello funziona solo ad inviti, quindi insomma ci si iscrive e si aspetta, come sto facendo io.
Intanto mentre tutti parlano di quanto è bello Ello, Zuckerberg ha estratto il suo ennesimo asso dalla manica, lanciando Rooms, una nuova chat che paradossalmente, fa, come nel moonwalk, un passo indietro andando in avanti. Indietro ai tempi in cui nelle chat si entrava solo in maniera anonima. Era la fine degli anni Novanta, gli uomini indossavano giacche dai colori sgargianti, e le donne scucivano le spalline dalle loro, e internet era il luogo d’elezione del nome fasullo. Tutti noi imparammo la parola "nickname", e nessuno si sarebbe sognato di entrare in una chat usando nome e cognome. Sarebbe stato additato come un folle. Ma Zuckerberg annuncia che si stava meglio quando si stava peggio e apre Rooms. 

Che sia per accontentare Sister Roma (sì, è su Wikipedia), al secolo Michael Williams, una delle drag queen di San Francisco che si è battuta contro la politica sui nomi portata avanti da Facebook; o che sia un piatto che Zuckerberg aveva già cucinato e teneva nel congelatore, aspettando il momento propizio per servirlo, non si sa. Quello che si sa è Rooms è un programmino diverso da Facebook, da scaricare sullo smartphone, (per ora solo iOs e in Usa, Uk e pochi altri Paesi) e installare. L’obiettivo è quello di rendere i nativi digitali liberi di essere quello che vogliono e di dire quello che vogliono, senza doverci mettere la faccia. Insomma Rooms è come la propria cameretta, e dentro ci si mette quello che si vuole.

Ora, la mia perplessità continua. Conosco gente su fb che ha come immagine del profilo la faccia di Arthur Poncharello e si chiama Billy Ballo. Io stessa ho un profilo segreto con nome, cognome, email non riconducibili a me. Quindi francamente questa restrittiva politica contro cui alzare le armi, mi sembra il fantasma di un mulino a vento. Care drag queen, ma veramente vi sentite vessate? Sono sospettosa al riguardo. Niente succede per caso e non riesco a capire se facciate il gioco di Ello o di Rooms o di entrambi, legati da un sotterraneo accordo di reciproca pubblicità. 
Tornando a Rooms, anche qui ci si invita, ma pare che non sia una festa molto esclusiva. La gestione degli iscritti avviene tramite QR code, quindi se avete disinstallato il Qr reader, trovandolo inutile, fate dietro front. Rooms genera questo codice che poi si può condividere con chi si vuole, anche sulla bacheca Facebook. Con il Qr si accede al gruppo, e una volta lì si può scegliere l'identità preferita, che può variare di gruppo in gruppo.

Ecco. Mi vengono in mente tanti ricordi. Che nostalgia, entravi in quelle chat, ti presentavi con un nick neutro, tipo "Pagly", e immediata, arrivava la domanda di Uccello di fuoco: sei m o f? 


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    Pagly

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